Ci sono ricette che non sono ricette, ma ricordi. Profumano di domeniche, d'amore, di un sorriso che viene dal cuore. Il dolce irresistibile della nonna è una di queste ricette. Quando chiudo gli occhi, riesco ancora a vederla: la vecchia ciotola blu che usava solo per questo dolce, leggermente scheggiata sul bordo, ma ancora splendente di pulito. La vedo mescolare il quark con il cucchiaio di legno, montare la panna fino a formare piccole onde e canticchiare dolcemente una vecchia canzone che nessuno tranne lei conosceva. E vedo noi bambini: impazienti, con gli occhi sgranati, seduti a tavola, cucchiaio in mano, in attesa del segnale: "Ok, ora puoi assaggiarlo".
Questo dolce era più di un semplice dessert per noi. Era un rituale. Era conforto dopo una lunga giornata, una ricompensa dopo aver finito i compiti e un piccolo angolo di paradiso dopo l'arrosto della domenica. Quando la nonna tirò fuori la ciotola dal frigorifero, un silenzio calò nella stanza. Tutti sapevano: ora veniva il meglio. E anche quando diceva "Solo una piccola porzione", lo sapevamo tutti: alla fine, c'era sempre il bis.
La magia del dessert irresistibile della nonna sta nella sua semplicità. Niente ingredienti complicati, niente cucine moderne, niente bilance che misurano al grammo. Solo sentimento, pazienza e amore. Non lo chiamava mai "dessert", ma semplicemente "la mia crema a strati". Solo molto più tardi ho capito perché a casa nostra non avanzavano mai: perché semplicemente non si riusciva a smettere.
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